Violenza di genere: il Klaasohmfest a Borkum, l'isola in Europa dove si picchiano le donne - Feminility - la Rivista per le Donne che Cambiano il Mondo

Post Top Ad


Post Top Ad

mercoledì 4 dicembre 2024

Violenza di genere: il Klaasohmfest a Borkum, l'isola in Europa dove si picchiano le donne



Le tradizioni culturali possono essere una fonte di orgoglio e identità, ma alcune, radicate in mentalità arcaiche, rischiano di perpetuare comportamenti inaccettabili. È il caso del Klaasohmfest, una festività dell'isola di Borkum, nel nord-ovest della Germania, dove una pratica violenta e misogina è al centro delle polemiche. La controversa usanza prevede che uomini celibi mascherati colpiscano le donne con un corno di mucca durante la notte tra il 5 e il 6 dicembre, in occasione di San Nicola. Nonostante i tentativi degli organizzatori di abolirla, l’isola appare divisa e incapace di lasciarsi alle spalle questa discutibile tradizione.


Una tradizione che divide

Il Klaasohmfest affonda le sue radici nel folklore locale e viene celebrato da decenni come simbolo dell'identità culturale dell'isola. Tuttavia, la sua componente più controversa – l'aggressione fisica alle donne – ha attirato critiche a livello nazionale e internazionale. Gli uomini, travestiti per non farsi riconoscere, utilizzano corna di mucca per colpire le donne, una pratica che molti definiscono "un gioco goliardico". Tuttavia, dietro la maschera della tradizione si cela un atto di violenza che perpetua stereotipi di genere e sminuisce la dignità femminile.

Negli ultimi anni, molte donne hanno denunciato il carattere coercitivo e violento di questa usanza. Secondo alcuni reportage, non tutte le donne colpite partecipano volontariamente o sono consapevoli di ciò che accadrà. Il silenzio di alcune vittime è spesso alimentato dalla paura di ostracismo all'interno di una comunità isolata e conservatrice come quella di Borkum.


Le reazioni: solidarietà e resistenza al cambiamento

La crescente attenzione mediatica e le pressioni esterne hanno spinto gli organizzatori, l'associazione Borkumer Jungs e.V. 1830, a dichiarare l'intenzione di abolire la pratica violenta. “Rifiutiamo qualsiasi esercizio di violenza, soprattutto contro le donne”, hanno affermato in una nota ufficiale, scusandosi per gli episodi del passato. Tuttavia, l'isola appare spaccata sul da farsi.

Sorprendentemente, alcune donne locali si oppongono fermamente alla cancellazione della tradizione. Un centinaio di residenti si sono riuniti in un sit-in davanti al centro culturale dell’isola, mostrando striscioni che recitano slogan come “Non permetteremo che il Klaasohmfest venga rovinato”. Questo atteggiamento riflette un fenomeno noto in sociologia: la resistenza culturale al cambiamento, in cui le tradizioni, per quanto problematiche, vengono difese perché percepite come parte integrante dell’identità collettiva.

Dall'esterno, però, le condanne sono arrivate con forza. Daniela Behrens, ministra dell’Interno della Bassa Sassonia, ha dichiarato: “Usi e tradizioni non possono e non devono mai essere una giustificazione per la violenza contro le donne”. Behrens ha sottolineato come sia spesso difficile per le vittime denunciare, specialmente in contesti dove la pressione sociale gioca un ruolo fondamentale.


Una risposta tardiva ma necessaria

La polizia locale ha annunciato misure straordinarie per l’edizione di quest’anno del festival, con un numero record di agenti presenti per garantire la sicurezza delle donne. Il capo della polizia, Thomas Memering, ha assicurato che ogni crimine verrà perseguito “in modo coerente e totale”. Questo intervento rappresenta un passo avanti importante, ma pone anche domande sul perché sia stato necessario aspettare così tanto tempo per affrontare una pratica che viola apertamente i diritti fondamentali delle persone.


Violenza di genere e tradizione: un conflitto irrisolvibile?

Il caso del Klaasohmfest evidenzia il conflitto tra tradizione e diritti umani. Le tradizioni, per quanto antiche, non possono essere al di sopra della legge o giustificare atti di violenza. La storia ha mostrato come molte pratiche culturali – dalle mutilazioni genitali femminili in alcune parti del mondo, alle violenze legate al matrimonio in altre – siano state gradualmente abbandonate grazie alla sensibilizzazione e alla pressione sociale.

Il Klaasohmfest, per quanto possa rappresentare un momento di unione e celebrazione per gli abitanti di Borkum, deve essere reinterpretato in modo che non perpetui dinamiche di violenza. Gli organizzatori potrebbero lavorare per trasformare il festival in una celebrazione inclusiva, eliminando completamente ogni forma di aggressione fisica. Ciò richiederebbe un impegno collettivo da parte della comunità e il coraggio di abbandonare le pratiche dannose in favore di nuovi simboli culturali.


La necessità di una condanna chiara e universale

La resistenza al cambiamento mostrata da alcuni abitanti di Borkum – donne incluse – riflette un problema più ampio: la normalizzazione della violenza nelle tradizioni. È fondamentale che istituzioni locali, nazionali e internazionali intervengano per condannare con forza queste pratiche e promuovere un dialogo che metta al centro la dignità umana.

Il caso del Klaasohmfest ci ricorda che ogni società, per quanto legata alle proprie radici culturali, deve evolversi. Non c’è spazio per la violenza in nome della tradizione. La sfida sta nel bilanciare il rispetto per la cultura con la tutela dei diritti fondamentali. In questo senso, il cambiamento a Borkum potrebbe diventare un esempio per molte altre comunità nel mondo che si trovano di fronte a conflitti simili.

Il Klaasohmfest di Borkum è uno specchio delle difficoltà nel superare tradizioni problematiche e nel promuovere una cultura basata sul rispetto e sull'uguaglianza. L'abolizione della pratica violenta non rappresenta una perdita per l'identità dell'isola, ma un'opportunità per riaffermare valori universali. È tempo che Borkum dica addio a questa usanza e accolga il cambiamento come parte di un progresso necessario e inevitabile.

Post Top Ad