Violenza di genere: per lo studio che cerca le 'cicatrici' nel Dna serve l'aiuto delle donne - Feminility - la Rivista per le Donne che Cambiano il Mondo

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domenica 27 ottobre 2024

Violenza di genere: per lo studio che cerca le 'cicatrici' nel Dna serve l'aiuto delle donne

Il dolore di chi ha subito violenza spesso resta nascosto, ma è tracciato nel profondo del suo DNA. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) lancia la seconda fase del progetto EpiWe per analizzare le "cicatrici genetiche" della violenza di genere, puntando a prevenirne le conseguenze. Tramite un video-appello, l’ISS invita le donne a partecipare donando un campione di sangue per contribuire alla ricerca, con l’obiettivo di sostenere chi ha vissuto traumi a riprendersi il proprio futuro.


La violenza lascia segni permanenti sul DNA delle vittime, e studiare fino a che punto questi effetti si diffondano nel genoma potrebbe fornire gli strumenti per una prevenzione mirata. Lo studio pilota del progetto, pubblicato nel 2023 in collaborazione con l’Università Statale e la Fondazione IRCCS Policlinico di Milano, ha dimostrato che le violenze subite dalle donne non alterano la struttura genetica, ma l’espressione dei geni. Questi risultati hanno portato allo sviluppo di una ricerca multicentrica in collaborazione con il Ministero della Salute.


La nuova fase coinvolge sette unità operative in cinque regioni (Lazio, Lombardia, Campania, Puglia e Liguria) e si avvarrà dei servizi sanitari territoriali e delle case antiviolenza per informare le vittime sulla possibilità di partecipare allo studio, con quattro prelievi di sangue distribuiti in 18 mesi. Ogni campione sarà accompagnato da dati sul benessere psicofisico delle partecipanti, con attenzione alle patologie legate allo stress e alla valutazione del rischio di recidiva violenta.


Secondo Simona Gaudi, coordinatrice del progetto EpiWe, i dati raccolti suggeriscono che la violenza può influire sulla salute genomica anche decenni dopo, con possibili aumenti del rischio di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari o patologie autoimmuni. "Questo lavoro", afferma Gaudi, "vuole dare supporto molecolare a queste informazioni per migliorare la prevenzione".


Rocco Bellantone, presidente dell’ISS, ha ribadito che la violenza contro le donne è un problema globale con impatti significativi sulla salute pubblica e richiede un approccio multidisciplinare per l’individuazione precoce e il supporto a lungo termine delle vittime. L’ISS si impegna a garantire a tutte le donne una vita senza violenza e a limitare gli effetti cronici legati ai traumi subiti, rafforzando la ricerca sui fattori di rischio e di protezione.


FONTE


PER APPROFONDIRE

L’Istituto nazionale di statistica e il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio rendono disponibile un quadro informativo integrato sulla violenza contro le donne in Italia.


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