Nella Giornata contro la Violenza sulle Donne desidero condividere una mia esperienza personale, una vicenda che mi ha segnata profondamente e che oggi voglio raccontare non per recriminare, ma per riflettere su una forma di violenza spesso sottovalutata: quella delle donne contro altre donne.
Dopo la laurea, decisa a intraprendere una carriera nel settore del design, mi venne offerta una posizione di crescita professionale in una giovane rivista di settore, diretta da una donna. Preciso che non si trattava di un impiego come dipendente, ma di una semplice collaborazione editoriale. All'inizio, tutto sembrava procedere per il meglio: il mio impegno era massimo e l'ambiente lavorativo sembrava stimolante. Tuttavia, col passare del tempo, il clima si trasformò. Gli atteggiamenti della direttrice si fecero sempre più aggressivi, quasi persecutori. Ricevevo telefonate fuori orario, persino ai miei genitori arrivavano chiamate piene di rimproveri ingiustificati. Nonostante il mio sforzo costante, ogni mia azione sembrava inadeguata ai suoi occhi.
La situazione culminò nel mancato pagamento delle parcelle, non solo mie ma anche di altre colleghe. Questo comportamento, unito all’ostilità e alla manipolazione, mi spinse a prendere una decisione: lasciare quel posto. Fu la scelta migliore che potessi fare. Avevo una laurea e delle prospettive, mentre la persona che mi vessava, nonostante millantasse titoli inesistenti, mancava di preparazione e professionalità . Allontanarmi da quell’ambiente tossico mi salvò, perché la violenza psicologica, se subita a lungo, può lasciare segni profondi.
La violenza femminile tra invidia e insicurezza
Questa esperienza mi ha portata a riflettere su un aspetto spesso taciuto: la violenza delle donne verso altre donne. Come sottolinea la dottoressa Grazia Aloi, psicologa clinica, una delle principali cause di questa dinamica è l’invidia, frutto di insicurezze personali e di una profonda mancanza. L’invidia non nasce solo dal desiderio di ciò che un’altra persona possiede, ma anche dall’incapacità di accettare sé stesse per ciò che si è. È un sentimento proiettivo che, in alcuni casi, sfocia in atteggiamenti violenti, siano essi psicologici o morali.
La violenza donna-donna spesso non si manifesta in forme fisiche evidenti, ma in comportamenti sottili, distruttivi e difficili da rilevare. Questo tipo di violenza, definita punitiva, sembra mirare non tanto all’annientamento fisico quanto alla sofferenza morale. Parlar male di un’altra donna, denigrarla professionalmente, sabotarla emotivamente o non riconoscerne il valore sono tutte manifestazioni di questa dinamica.
Secondo la dottoressa Aloi, questo tipo di violenza può essere interpretato come una forma di capovolgimento di un dolore interiore. L’aggressività verso un’altra donna rappresenta, in fondo, un conflitto irrisolto con se stesse, una sorta di “io contro me” che si riversa sull’altra. In questo senso, l’invidia non è semplicemente un desiderio dell’altrui successo, ma una rappresentazione dolorosa della propria mancanza.
L’importanza di riconoscere e denunciare
Ciò che rende insidiosa questa forma di violenza è la sua capacità di mimetizzarsi sotto la parvenza di conflitti professionali, rivalità o incomprensioni personali. Spesso, chi la subisce fatica a riconoscerla e, di conseguenza, a denunciarla. Tuttavia, è fondamentale parlarne, perché questi atteggiamenti possono avere conseguenze devastanti, soprattutto quando colpiscono donne giovani, alle prime armi nel mondo del lavoro, o già fragili per altre ragioni.
La mia esperienza mi ha insegnato che allontanarsi da persone tossiche è una scelta di sopravvivenza. Non è semplice, perché queste dinamiche spesso instillano sensi di colpa o dubbi sulle proprie capacità . Ma è necessario proteggersi, riconoscere il proprio valore e non lasciarsi schiacciare da chi cerca di sminuirci per paura o insicurezza.
Un appello alla solidarietà femminile
In una società dove la lotta contro la violenza di genere è più che mai attuale, è fondamentale affrontare anche il tema della violenza tra donne. Non dobbiamo dimenticare che, come donne, abbiamo un’enorme responsabilità : sostenere, incoraggiare e valorizzare le altre donne. L’invidia, la competizione distruttiva e il sabotaggio reciproco non fanno che rafforzare quelle dinamiche patriarcali che da sempre cercano di dividere e indebolire il nostro ruolo nella società .
Siamo più forti insieme. La violenza, in qualsiasi forma, è una scelta, e ogni giorno possiamo scegliere di essere alleate anziché rivali.
Hai anche tu subito qualche violenza psicologia sul luogo di lavoro? Scrivimi se vuoi condividere con noi una tua esperienza a feminilityitalia@gmail.com