Le donne al volante sono un modello da seguire: uno studio suggerisce che se tutti guidassero come loro, il tasso di mortalità stradale nell'UE potrebbe ridursi del 20%.
La frase "Donna al volante, pericolo costante" è uno stereotipo diffuso in Italia, amato particolarmente dagli uomini, ma ormai smentito. Le donne sono sempre più presenti come piloti, meccanici, ingegneri e dirigenti nel settore automobilistico. Tuttavia, la guida è ancora vista come un'attività prevalentemente maschile, evidenziato dal fatto che, spesso, in coppia è l'uomo a guidare.
La Francia sta cercando di eliminare questo pregiudizio con una campagna che promuove una guida più sicura e prudente. Secondo la campagna francese, le donne sono coinvolte in meno incidenti rispetto agli uomini, rappresentando quindi un esempio da seguire. Lo slogan "Conduisez comme une femme" evidenzia che le donne guidano con prudenza, rispettano i limiti di velocità e le norme stradali.
Le buone pratiche di guida sono più diffuse tra le donne. Gli uomini, invece, spesso mostrano una guida più aggressiva e rischiosa. Le ricerche dimostrano che le donne causano meno incidenti rispetto agli uomini, che tendono a guidare di più e più velocemente. Florence Guillaume, delegata alla sicurezza stradale nel governo francese, sottolinea che la campagna non vuole generalizzare, ma piuttosto prendere esempio dalle donne. La Banca Mondiale ha calcolato che se tutti guidassero come le donne, il tasso di mortalità stradale nell'UE diminuirebbe del 20%.
Questo miglioramento sarebbe cruciale per raggiungere l'obiettivo della Commissione europea di dimezzare le morti stradali entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Tuttavia, i pregiudizi di genere sono spesso radicati culturalmente, alimentando disparità anche nella sicurezza stradale. Nonostante il 49% degli automobilisti siano donne, i crash test vengono ancora effettuati con manichini maschili, rendendo le donne più vulnerabili agli incidenti. Astrid Linder, esperta di sicurezza stradale, ha rilevato che le donne hanno un rischio maggiore di subire lesioni gravi rispetto agli uomini.