Nella Giornata contro la Violenza sulle Donne, è importante porre l’attenzione su una forma di violenza meno visibile, ma non meno devastante: la violenza psicologica che alcune donne esercitano su altre donne, spesso in ambito lavorativo. Questo fenomeno, che include sabotaggi professionali, appropriazione indebita di idee e sminuimenti, mina la fiducia, la carriera e la dignità delle vittime, creando un ambiente di lavoro tossico e insostenibile.
Il sabotaggio professionale: quando il lavoro diventa una guerra invisibile
In alcuni contesti lavorativi, la collaborazione tra donne è sostituita da una competizione distruttiva. Rubare idee, sminuire pubblicamente le capacità di una collega, o appropriarsi dei meriti altrui sono forme di violenza psicologica che non solo danneggiano la carriera delle vittime, ma rappresentano un attacco diretto alla loro autostima e credibilità.
Questa dinamica è spesso guidata da malesseri più profondi, che secondo molti esperti in psicologia, nasce da una percezione di mancanza personale. Come afferma la nostra redattrice Francesca (nome di fantasia) che ci ha raccontato la sua esperienza gli atteggiamenti aggressivi non riguardano solo il desiderio di avere ciò che l’altra possiede (una laurea, il successo, la professionalità, ecc), ma riflette una profonda incapacità di accettare sé stesse. Spesso il tutto dovuto a traumi precedenti, spesso in famiglia. Questa proiezione di insicurezze può trasformarsi in un comportamento violento verso chi viene percepito come una minaccia o un ostacolo.
Confutare le menzogne: l’esperienza di molte donne
Un aspetto cruciale di questa forma di violenza è la manipolazione della realtà. Spesso, le autrici di tali comportamenti cercano di giustificare il proprio operato con menzogne o narrazioni alterate. Si presentano come vittime di un sistema patriarcale, mentre perpetuano dinamiche oppressive nei confronti di altre donne.
Un esempio emblematico è quello raccontato da Francesca di una dirigente editoriale che ha esercitato pressioni e minacce psicologiche verso colleghe donne cercando di mascherare il proprio comportamento tossico verso le collaboratrici. Questa persona ha manipolato la realtà per apparire come una paladina della giustizia, mentre dietro le quinte minacciava e denigrava le donne del suo stesso team, rubando idee e rifiutandosi di pagare le parcelle dovute. Le sue azioni non solo hanno ostacolato la carriera delle sue colleghe, ma hanno contribuito a perpetuare un clima di paura e insicurezza.
Le conseguenze sulla vittima
La violenza psicologica nei luoghi di lavoro ha effetti profondi e duraturi. Può portare a:
- Insicurezza e perdita di autostima, con la vittima che inizia a dubitare delle proprie capacità.
- Stress e ansia, spesso accompagnati da difficoltà a mantenere la concentrazione e la motivazione.
- Decisioni drastiche, come il cambio di lavoro o l’abbandono di una carriera promettente per sfuggire a un ambiente tossico.
Questi effetti non sono semplicemente “colpi di passaggio”; lasciano cicatrici profonde, specialmente in donne giovani o alle prime esperienze professionali.
Una violenza alimentata da patologie familiari e traumi infantili
La violenza psicologica tra donn, è spesso legata a dinamiche di precedenti violenze familiari, anche di stampo sessuale e insicurezze. Questa forma di violenza non mira all’annientamento fisico, ma alla distruzione morale e professionale. Si insinua nelle relazioni personali e professionali, sfruttando la vulnerabilità dell’altra per compensare un senso di inadeguatezza interiore.
Paradossalmente, questa violenza può anche essere un riflesso di un amore/odio verso l’immagine femminile stessa. Una donna può proiettare sull’altra la propria frustrazione, cercando di punirla per ciò che non riesce ad accettare di sé stessa.
La necessità di reagire: costruire alleanze e denunciare
Di fronte a questa realtà, è fondamentale promuovere una cultura di solidarietà tra donne e mettere in discussione le dinamiche di potere tossiche.
Denunciare i comportamenti tossici: Ogni donna ha il diritto di lavorare in un ambiente che rispetti il suo talento e il suo impegno. È importante non temere di denunciare episodi di violenza psicologica, anche quando si nascondono dietro apparenti conflitti professionali.
Promuovere la solidarietà femminile: Creare reti di supporto tra donne è essenziale per contrastare l’individualismo distruttivo e sostenere chi si trova in difficoltà.
Richiedere politiche aziendali chiare: Le aziende devono adottare misure per prevenire e sanzionare il sabotaggio professionale e le discriminazioni, creando ambienti di lavoro meritocratici e inclusivi.
Superare le dinamiche tossiche
La violenza psicologica tra donne è una questione complessa che richiede consapevolezza e azione. Non è sufficiente condannare il patriarcato se, nel quotidiano, si perpetuano comportamenti che minano il valore e la dignità delle altre donne. È necessario lavorare insieme per costruire ambienti in cui la collaborazione prevalga sulla competizione distruttiva, e il talento di ciascuna possa fiorire senza ostacoli.
La violenza psicologica è una forma di oppressione che non può essere tollerata. Riconoscerla, affrontarla e superarla è un atto di giustizia e un passo fondamentale per una società più equa e rispettosa.