Le donne e la «trappola» del corpo sui social come Instagram e TikTok - Feminility - la Rivista per le Donne che Cambiano il Mondo

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martedì 30 settembre 2025

Le donne e la «trappola» del corpo sui social come Instagram e TikTok

  Come Instagram e TikTok amplificano insicurezze e confronti — e cosa dicono gli studi



Viviamo in un’epoca in cui l’immagine è moneta di scambio: like, visualizzazioni e commenti misurano attenzione e, spesso, valore. Per molte donne — e in particolare per ragazze e giovani donne — questa dinamica ha un costo psicologico concreto: confronto continuo, internalizzazione di canoni impossibili e, per alcuni, una spirale che sfocia in ansia, insoddisfazione corporea e comportamenti a rischio. Non si tratta solo di impressioni: una molteplicità di studi e indagini scientifiche documenta relazioni robuste tra uso dei social e peggioramento dell’immagine corporea.  

L’algoritmo che riflette le fragilità

Ricerche recenti mostrano che i contenuti visuali – immagini ritoccate, video di trasformazioni fisiche, «fitspiration» e tendenze per la perdita di peso – non sono neutrali: favoriscono il confronto verso modelli spesso irrealistici. Un corpus di studi mette in luce come l’esposizione ripetuta a questo materiale aumenti l’adesione agli ideali estetici dominanti (thin, fit, «slim-thick»), e con essa il livello di insoddisfazione corporea tra le donne giovani 

La questione è diventata ancora più allarmante quando sono emerse ricerche interne alle piattaforme stesse: un’analisi condotta da ricercatori di Meta ha rilevato che gli adolescenti che segnalano frequenti sensazioni di malessere legate al proprio corpo sono anche quelli che, nei loro feed, vedono una quota molto maggiore di contenuti «vicini ai disturbi alimentari» e materiale provocatorio. In altre parole, gli algoritmi possono finire per indirizzare chi è vulnerabile verso contenuti che peggiorano la vulnerabilità.  

TikTok: velocità, trend, pressione

I formati brevi e virali di TikTok hanno amplificato dinamiche simili con caratteristiche proprie: la velocità di consumo rende i messaggi estetici ubiqui e normalizza pratiche di trasformazione corporea (diete lampo, challenge pericolose, pro-ana camuffati da «storie»). Studi che hanno analizzato i contenuti e la correlazione tra uso di TikTok e insoddisfazione corporea riscontrano segnali di rischio, soprattutto tra utenti adolescenti che consumano massicciamente video legati a perdita di peso e comparazioni estetiche.  

Confronto sociale e perfezione apparente

Una leva chiave è la comparazione sociale: vedere costantemente persone apparentemente «perfette» porta molte donne a misurare il proprio valore attraverso parametri estetici. Metanalisi e rassegne mostrano che il confronto verso immagini percepite come superiori (upward comparison) è correlato in modo consistente con l’aumento della preoccupazione per il corpo e la ricerca di strategie per modificarlo — dal fotoritocco all’uso di diete estreme. Anche attività quotidiane sui social (postare foto, controllare reazioni, partecipare a challenge estetiche) aumentano il rischio di accrescere l’attenzione al proprio aspetto.  

Dati che non sono tutti uguali, ma il segnale è chiaro

È importante sottolineare che non tutte le ricerche segnalano effetti uniformi: esistono mediatori e fattori di protezione (autostima preesistente, supporto familiare, alfabetizzazione digitale) e alcuni contenuti «pro-body-positive» possono avere effetti benefici. Tuttavia, la maggioranza delle analisi sistematiche e sperimentali indica un quadro preoccupante per chi è esposto in modo intenso e selettivo a idealizzazioni corporee.  

Cosa provano le giovani donne

I dati qualitativi e gli studi longitudinali descrivono sentimenti ricorrenti: insufficienza, vergogna, senso di inadeguatezza; la convinzione che per essere accettate sia necessario modellare il proprio corpo secondo standard esterni; la tendenza a usare i social non solo per connettersi ma come misura quotidiana del proprio valore. Molte ragazze riferiscono di sentirsi insicure perché vedono «esempi di perfezione» in ogni ambito — bellezza, successo, relazione, lavoro — resi plausibili dalla cura dell’immagine sui social.  

Possibili vie d’uscita (e azioni pratiche)

I risultati delle ricerche suggeriscono interventi a più livelli:

  • Educazione emotiva e digitale: integrare nelle scuole programmi che insegnino a riconoscere i meccanismi della comparazione, il ruolo degli algoritmi e le tecniche di editing delle immagini. Queste competenze riducono la vulnerabilità ai messaggi dannosi.  

  • Regolazione e trasparenza delle piattaforme: migliorare la capacità degli algoritmi di non amplificare contenuti dannosi per utenti vulnerabili e segnalare con chiarezza i contenuti soggetti a editing spinto o pubblicità mascherata. Gli stessi dati interni delle piattaforme indicano che c’è margine per migliorare 

  • Promozione di narrazioni alternative: sostenere creator e campagne che mostrino corpi e vite reali, processi di cura e storie non basate esclusivamente sull’estetica. Alcune ricerche preliminari mostrano che contenuti «body-positive» e informativi possono attenuare gli effetti negativi. 

  • Supporto clinico e comunitario: facilitare accesso a risorse per chi sviluppa insoddisfazione grave o comportamenti alimentari rischiosi, e creare reti di dialogo per adolescenti e famiglie.

Non c’è un unico colpevole, ma un sistema: piattaforme progettate per tenere alta l’attenzione, modelli culturali che premiano l’apparenza, giovani che cercano conferme in un ecosistema iperveloce. Gli studi dimostrano che questo mix produce conseguenze reali sulla percezione del corpo di molte donne. Agire significa combinare educazione, responsabilità delle piattaforme e politiche di salute pubblica: solo così si può ridurre la portata della «trappola» e restituire alle persone — soprattutto alle ragazze — la possibilità di crescere senza che il giudizio digitale decida del loro valore.  

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